Il FuoriSalone sotto al metro

Un evento come il FuoriSalone significa tante cose: persone diverse che brulicano nelle strade, macchine in tripla fila, cibo di strada ad ogni angolo, bicchieri per terra, musica, caos, gente che si lamenta, gente che si chiede cosa sta vedendo, gente entusiasta…

Quest’anno ho guardato il FuoriSalone con due occhi diversi, diciamo dal basso.

Il weekend inizia con un fantastico pranzo al PaninoLab, posticino delizioso aperto nella vetrina della storica Ferramenta Vigano, in Via Montevideo a Milano, un cameriere sorridente e gentile mi propone un delizioso panino con tonno pugliese, pomodorini secchi e crema di burrata per cui le mie papille gustative ancora ringraziano!

Da lì una bella passeggiata per le vecchie vie di Milano che ricordo negli occhi di bambina spoglie, un po’ abbandonate, e deserte; e che rivedo oggi resuscitate grazie a moda e design e anche a tanti giovani che hanno investito in questi spazi un po’ abbandonati riempiendoli di speranza ed energia.

Uno di questi è un piccolissimo localino Ofelé, rivisitazione del vecchio detto meneghino Offellee fa el tò mesté: una vetrina, tre tavoli di legno con le sedie colorate, un bacone ad angolo e due donne, madre e figlia. Aperto da due giorni, mentre mi gusto caffè e brownies vedo le amiche che portano delle piantine per augurare in bocca al lupo, i negozianti vicini che passano ad augurare buona giornata e a ricordare che in caso di necessità o panico loro ci sono, un padre con una bimba in spalla che entra per dire che abita lì accanto e che verrà sicuramente…sembra di essere in una puntata di Friends e quando esco lascio un sorriso, il mio augurio e una grande invidia.

Poi si riparte, e tra un cortile e l’altro finiamo nella Tokyo Image, anticipazione della Tokyo Design Week del pross
imo autunno, dove esiste un parco giochi virtuale, che stupisce per la sua semplicità, creatività, immaginazione…e così passano senza rendersene conto un paio d’re, disegnando pesci che prendono vita, creando percorsi per macchine, aerei e treni, facendo dispetti a simpatici omini col cappello, e spostando cubi che cambiano colore…

E se si pensa che in città non ci sia spazio per sedersi tranquilli a mangiare…ecco spuntare tavolo e sedie dove meno te lo aspetti: in Piazza XXV Aprile, un pic nic urbano con tutti gli accessori. Una tovaglia con disegnato il gioco dell’oca, corredata di pedine e dado; una cassetta della frutta con piatto, posate e una delziosa salsina di ortiche, mozzarella e bruschetta, e tra bottiglie di vino e fiori veri, e piatti e bicchieri disegnati, prende vita un vero pranzo della domenica!

E per finire?? Che c’è di meglio di una partita a calciobalilla nella nuovissima piazza Gae Aulenti, per altro con biliardini per tutte le misure, dal formato maxi per 11 giocatori al formato mini per 2 minigiocatori…

Il weekend apertosi nella vecchia Milano di quartiere si chiude con uno sguardo sulla modernità della metropoli, perché Milano è tutto questo e anche di più, nonostante tutti i problemi con cui combatte ogni giorno, e io ringrazio mia figlia per avermi guidata alla scoperta di ciò che solo gli occhi di un bambino ricchi di speranza, capaci di emozionarsi per le piccole cose e, soprattutto, senza pregiudizi o schieramenti di parte sono in grado di mostrare.

http://www.paninolab.it/

http://www.ofele.it/coccole/