La strada, l’ascolto e l’alchermes

La strada, l'ascolto e l'Alchermes

La strada, l’ascolto e l’alchermes

Ci sono dei momenti in cui sento la necessità di mettermi “in ascolto”.

Ho iniziato ad ascoltarmi 6 anni fa, quando ho scelto, non senza dolore, tormento e dubbi, di interrompere il mio matrimonio, in cui, ascoltandomi, mi sono accorta di non credere più.

Da lì ho intrapreso un cammino sempre più teso a sentire quello che il mio cuore e la mia pancia dicono e trasmettono.

In realtà, riflettendoci, mi sono sempre ascoltata, ma poi è successo qualcosa e ho trascorso anni della mia vita come sorda, annebbiata, dormiente.

Sono anche anni di cui non ho ricordi, diciamo che un bravo analista avrebbe di che campare per decenni, ma non è questo il punto…

Il punto è che oggi ascoltarmi è fondamentale per me.

Nicoletta Cinotti nella sua splendida newsletter di qualche giorno fa diceva che perdiamo la strada di casa tante volte nella nostra vita: ogni volta che ci allontaniamo dalla nostra vera natura, ogni volta che mettiamo una distanza tra la nostra vita e i nostri ideali sulla vita, ogni volta che ci dimentichiamo l’intenzione con cui abbiamo iniziato qualcosa. Ma il momento in cui ci accorgiamo di esserci persi è prezioso perché offre straordinarie opportunità. In quel momento ci si deve fermare e chiedere

“Che cosa sto facendo proprio ora?”

“In quale direzione voglio andare?”

Qual è l’intenzione del mio procedere?”

Francesca Zampone, splendida carismatica e sensibile donna, in un post dei giorni scorsi parlava delle difficoltà di fare gli imprenditori.

E con una frase illuminante squarciava il cielo dicendo “se lo volete fare in ogni caso – ve lo auguro – e allora trovate un modo NUOVO e DIVERSO per farlo.”

In entrambi i casi è l’ascolto che serve.

Ascoltare cosa si vuole fare, cosa ci dice il nostro corpo, la nostra mente, il nostro cuore.

A Dicembre mi sono riascoltata con attenzione, e ho sentito che c’era una parte di me che non stavo seguendo, la parte che mi diceva di lasciare stare per un attimo quello che, ben sapevo, dovevo fare. Che lo stavo facendo, ma che non mi potevo limitare a quello.

E così nella mia testa si sono uniti dei pezzettini…la passione per le parole, per le immagini, per i sapori; la mia semplicità nello stringere relazioni, creare affetti, rompere gli schemi; la volontà di percorrere strade nuove, di non fermarmi davanti agli imprevisti, di reinventarsi.

Ne è nato un progetto, che potrò raccontare solo tra qualche giorno, ma che mi sta regalando giornate di sole, sorrisi, incredibili emozioni.

Il resto arriverà, ne sono certa, perché muovendosi le cose arrivano, facendo del bene le cose tornano, regalando agli altri si aprono dei mondi.

 

Stamattina quando mi sono svegliata ho visto una bellissima giornata di sole fresco, ho messo della buona musica e ho deciso di provare una ricetta antica e nuova allo stesso tempo.

Antica perché è un dolce super tradizionale, nuova perché è la prima volta che lo faccio…la zuppa inglese.

Il rosso energizzante dell’alchermes, liquore così antico e inusuale…

Il profumo rassicurante della crema pasticcera, morbida e tiepida…

Il gusto sempre invitante del cioccolato, dolce ma non troppo…

Stasera la porterò agli amici, a cui racconterò in anteprima del mio progetto di cui vado fiera e orgogliosa, e che sono sicura mi porterà su una nuova strada.

La ricetta della zuppa inglese è qui