Workshop creativi a Milano

Tra lana, libri e risate

Quando ho deciso di dedicarmi alla mia attività ho risposto a un sacco di domande su quale fosse il mio cliente, i miei valori, il mio linguaggio…

 

Fin da subito avevo chiari alcuni concetti: avrei lavorato per persone libere, creative, attive e propositive. Per persone che lavorando sodo, studiando, ricercando e ascoltandosi avessero percorso la strada che porta alla realizzazione di un sogno. E nel farlo avrei messo tutto il mio impegno per far sì che loro “brillassero” di quella luce che solo seguendo la propria vocazione si è in grado di trasmettere.

Per il resto ero aperta a tutto, anzi più fossi stata in grado di spaziare, più avrei imparato a mia volta.

 

Gli ultimi due eventi sono stati molto diversi tra loro: libri da un lato e lana gigante dall’altro, una location esterna nel primo, casa mia nel secondo, qualcuno a condurre e solo me stessa.

 

Sono stati entrambi delle sfide per me. L’aperitivo in Accademia della felicità è stato il primo evento esterno. Ho provato a portare un po’ del mio stile fuori da casa mia, ero preoccupata del risultato perchè chiaramente a giocare in casa ci si sente più sereni. Ma era una cosa che volevo fare, perchè miera stato richiesto, e perchè lo ritengo un passo fondamentale per il mio lavoro.

 

Nel laboratorio di maglia senza ferri, solo con le braccia, ero a casa mia, ma senza qualcuno che teneva l’attività: Bettaknit aveva riposto la sua fiducia in me, quindi ero io e le partecipanti. Tutte sconosciute. Qui il timore era legato al poter essere contemporaneamente anfitrione e buon ospite. So di voler accogliere, ma fare tutto da sola in questo momento mi sembra troppo. Tuttavia qualcosa mi attraeva: sentivo che anche questo era un passo da fare, che mi avrebbe portato un passo più avanti.

 

Non sono io, chiaramente, a poter valutare la riuscita dei due momenti, ma so come mi sono sentita: incredibilmente felice, e so come ho visto i partecipanti: totalmente a loro agio.

 

Le ho sentite presentarsi un po’ timide, poi raccontarsi più sciolte, e infine finalmente lasciarsi andare. E ogni volta che questa magia si compie io mi sento felice.

 

È come se, per estremizzare, una volta trovata la forza di uscire da ciò che ho sempre pensato essere la mia “zona sicura” (il lavoro in azienda), avessi scoperto cosa significa sentirsi davvero a proprio agio e liberi.

Sento di riuscire a guardare avanti, di sapere dove andare, di essere finalmente al mio posto.

E ad ogni evento vedo la mia piccola attività prendere forma sempre di più e sempre meglio. Sono dove sento che devo essere, con semplicità, in modo fluido.

 

Oggi davanti a me ho già un elenco di date per eventi “esterni” e un progetto di laboratori, gestiti direttamente.
Non vedo l’ora di conoscere altre persone che condivideranno un pezzettino della loro storia con me.
Ho ancora qualche evento prima della pausa natalizia e sono curiosa di vedere cosa accadrà e cosa imparerò.

La bottega degli eventi è un crocevia di storie, ed è bellissimo ascoltarle, leggerle e viverle!

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