L’economia domestica ai tempi del take away – parte seconda

La scorsa settimana abbiamo percorso assieme le prime fasi per l’organizzazione della spesa, una strategia utile sia per risparmiare costi e tempi, sia per evitare sprechi alimentari.

Una volta stilato l’elenco di piatti, controllato il corretto apporto di nutrienti, e monitorato il tempo necessario, dovevo capire come conciliarli con la mia quotidianità.

Mi sono mossa così

 

1. Mano all’agenda!

Come sono le prossime settimane? Che giornate mi aspettano? Quanto tempo ho a disposizione la sera per cucinare? Riesco a fare la spesa o devo organizzarla in anticipo? Partendo da queste osservazioni ho riportato lo stesso indicatore di tempi che avevo usato per i piatti, su ciascuna giornata. In questo modo è facile, poi, era più facile associare le due variabili.

Il mio modo di agire: Le mie settimane hanno degli impegni fissi come la danza di Carolina, e le sere in cui lei è con il padre; e impegni variabili come alcuni lavori in fascia serale e le trasferte, che siano mie o del mio compagno.  Mi è difficile prevedere l’agenda da qui a un mese, mentre ho una visione più chiara delle due settimane successive, per cui il mio piano prevede una pianificazione bisettimanale.

Varianti: Ciascuno ha chiara la propria agenda, e non si può non tenerne conto per organizzare i propri pasti. E questo vale sia per gli impegni lavorativi, che per quelli personali, nostri e di chi vive con noi. Se vi sentite più comodi e a vostro agio nel pianificare, inizialmente, una settimana alla volta, seguite il vostro istinto. Se vi alternate con la vostra famiglia o i vostri amici ai fornelli, fate assieme questa pianificazione. Insomma, personalizzatela come un abito su misura.

 

2. E a pranzo?

Non mi sconvolge mangiare due o tre volte di fila lo stesso alimento, ma se posso evitarlo preferisco, e non avendo nessuno a casa a pranzo, per me, questa fase, è semplicemente un “di più”.  Calendario alla mano ho segnato, per le due settimane seguenti, cosa avrebbe mangiato mia figlia dal menù scolastico, facendo attenzione soprattutto a quali proteine (carne, pesce, latticini, uova), quali carboidrati (pasta/riso, integrali/raffinati) e quale verdura.

Il mio modo di agire: Nel mio caso non serve un’organizzazione anche per i pranzi. Io lavoro per lo più da casa, e passando molto tempo ai fornelli per lavoro, il pranzo è molto variabile e quindi lo adatto di volta in volta. Il mio compagno è in ufficio, e a lui preparo la famosa “schiscetta” che, quindi, calibro il più possibile seguendo il menù di Carolina o gestendo eventuali avanzi. Per me, quindi, è stato importante focalizzarmi sulla varietà e non sulla necessità.

Varianti: Anche qui l’unica regola è la personalizzazione: mangi a casa? Hai una mensa al lavoro? Ti danno dei buoni pasto e mangi al bar? Hai figli che tornano da scuola affamati? Considera le varianti che hai nella tua vita per capire se devi gestire i pranzi come le cene, o se puoi considerarli dei “jolly” per gli avanzi.

 

3. Menù e lista della spesa

Arrivata qui avevo tutti i dati necessari per procedere con l’ultimo passo: decidere cosa preparare a cena, e risalire alla conseguente lista della spesa. Pennarelli alla mano ho scritto, nello stesso calendario in cui avevo segnato i pranzi di Carolina, le cene delle due settimane successive. E, quindi, da lì sono risalita all’elenco ingredienti per la spesa.  Della spesa parlerò meglio in un prossimo post, ma sapere cosa preparerò da mangiare mi aiuta a non fare acquisti impulsivi dettati dalla fame o dalle offerte.

Il mio modo di agire: Io lavoro da casa, e spesso le persone pensano che io abbia più tempo per fare le cose. In parte è vero, ma ho imparato (sulla mia pelle) che proprio per questo l’organizzazione deve essere scrupolosa. Sicuramente dedico molto tempo alla cucina, perché mi piace e perché fa parte del mio lavoro, e se fosse per me starei ai fornelli delle ore, ma organizzarmi mi aiuta ad evitarlo, ritagliando del tempo che dedico ad altro, che siano i miei familiari, farmi un bagno caldo, o leggere un libro.

Varianti: Se ciascuna fase di questo processo è stata fatta tenendo conto della propria vita quotidiana, questo ultimo passaggio risulta una conclusione quasi ovvia. Che, però, è necessaria per poter pianificare la spesa e quindi la fase di acquisto.

 

Alcune note.

– La spesa: sulla spesa aprirò un capitolo dedicato. Anche qui ciascuno deve capire cosa è meglio per sé, quindi non entrerò nel merito di supermercato, spesa online, mercati di quartiere etc. Ma se parliamo di corretta alimentazione, dobbiamo fare attenzione anche alla conservazione dei cibi, quindi per alcuni alimenti vale la pena fare “scorta”, ma per altri sono per il quotidiano o quasi. Una regola, però, aiuta sempre: una volta stilata la lista della spesa guardare cosa c’è già in casa, cosa potrebbe rappresentare una valida alternativa e cosa, magari, ha una data di scadenza ravvicinata.

Varie ed eventuali: avere ospiti a cena e cene fuori sono due cose che, nella mia vita, faccio spesso. Entrambe anche per lavoro, e non posso non tenerne conto in una pianificazione alimentare. Nella stessa categoria rientrano le trasferte o i viaggi, o nel mio caso, essere in tre solo per metà del mese. Tutti questi dettagli vanno sempre tenuti in considerazione: se è tradizione andare la domenica a pranzo dai propri genitori basare la spesa su 6 giorni invece che 7 diventerà un’abitudine solo dopo averlo considerato un impegno da agenda.

Menù misto frigo: è una tradizione, per me. Almeno due volte al mese pianifico uno o due pasti che chiamo “misto frigo”, si mangia quello che va consumato, o che è aperto, o che semplicemente so che non mi servirà nella settimana successiva. In questo modo riesco a non sprecare gli avanzi e a ottimizzare la dispensa.

 

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