Due candeline per la mia partita iva

La mia partita iva ha compiuto due anni.

Dall’azienda sono uscita il 1 aprile, ma da brava romantica quale sono ho voluto aprire la partita iva con data 21 marzo.

Sono stati due anni pazzeschi, sono successe mille cose, altrettante ne sono cambiate.

Nella mia vita sono entrate persone nuove che mi hanno insegnato tantissimo.

Altrettante ne sono uscite perché non c’era più nulla ad unirci, o forse non c’era mai stato.

Altre sono rimaste e il rapporto si è arricchito della distanza fisica.

Lavorativamente parlando, se ci penso, mi gira la testa.

Oggi il mio “posticino” dei sogni è reale, frequentato da donne strepitose con cui sto camminando fianco a fianco.

In vista ci sono novità che mi fanno tremare le gambe.

Ma la cosa che più mi fa sorridere – oggi: perché ieri ero in totale panico, ma ho capito che questa altalena fa parte del gioco – è che sono qui.

Salda e solida, nonostante tutti i terrorismi che mi erano stati fatti sul lavoro in proprio.

Non è facile, ma nessuno ha mai pensato che lo sarebbe stato.

Ci sono momenti in cui sono stanca e arrabbiata (solitamente coincidono con i versamenti di fine mese sul conto “tasse”), altri in cui sono stanca e spaventata, ma sono qui.

Lunedì scorso, nelle giornate di lavoro condiviso che organizzo qui da me una volta al mese, stavamo parlando di agenda e io raccontavo l’utilità che ha, per me, l’agenda a posteriori.

Rileggere quello che ho fatto, più che vedere quello che dovrò fare, mi fa capire quanto lavoro sto facendo, anche quando mi sembra di non fare abbastanza.

E oggi, emettendo una fattura, mi sono accorta che questa riportava lo stesso numero dell’ultima del 2017…e siamo a Marzo.

Quindi festeggio: un nuovo taglio di capelli, una torta di amarene per le mie ospiti di domani, un panino al parco, e stasera magari una pizza fuori.

E mentre faccio su e giù dalla cantina per riporre le stoviglie invernali e rispolverare quelle primaverili penso a Laura che ha appena compiuto il grande passo e sorrido, benvenuta in questo pazzo mondo altalenante.

Tieniti forte, ma goditelo: qui si cammina con le proprie gambe ed è spaventosamente bello.