L’economia domestica ai tempi del take away

Nel mettere ordine nella mia cucina, a inizio gennaio, mi sono resa conto di quanti prodotti aperti e ormai scaduti io avessi nella mia dispensa.

E pur avendo dispensa e frigorifero pieni, non sapevo cosa preparare per cena.

Da lì è partita l’idea di utilizzare quello che avevo imparato nella programmazione anche per la spesa settimanale.

Avevo letto vari articoli, anche prima di essere assalita da questa frenesia dell’ordine, su come organizzare spesa e pasti, ma mi ero sempre fermata ancor prima di iniziare.

Mi era sempre parso che fossero perfetti dal punto di vista teorico, ma non si incastravano mai con la vita quotidiana fatta di corse, impegni e mille contrattempi.

Allora ho deciso di muovermi al rovescio, e vedere cosa ne sarebbe venuto fuori.

Di seguito ti racconto le mie prime tre fasi di organizzazione, il mio modo di agire e alcune possibili varianti che possono adattarsi anche ad altre situazioni.

 

1- Per chi prepari da mangiare?

La prima considerazione da cui sono partita è stata questa: chi sono le persone per cui cucino? E’ vero che il presupposto di un’alimentazione sana deve essere una dieta il più possibile variata, ma mangiare deve anche essere un piacere, soprattutto se si parla della cena di fine giornata. Così, per iniziare, ho chiesto a mia figlia e al mio compagno di fare un elenco di piatti che amano mangiare e che avrebbero voluto trovare in tavola la sera a cena. Ho fornito loro un foglio e un pennarello con cui scrivere una lista libera e senza schemi.

Il mio modo di agire: Nel mio caso, essendo separata e avendo la gestione condivisa di mia figlia con il padre, ho dovuto fare una suddivisione tra i piatti scelti da lei e che quindi avrei dovuto tenere per le settimane in cui vive con me, e quelli scelti dal mio compagno che a lei non piacciono che ho tenuto per le settimane in cui siamo io e lui da soli e lei è dal papà.

Varianti: La premessa, su questo punto, è che io adoro cucinare. Che sia per la mia famiglia, per i miei amici, per gli ospiti dei miei eventi, per me stare ai fornelli è terapeutico. Ma questo non significa che debba essere così per tutti, quindi una variante di questo primo passaggio può essere quella di indicare, tra i piatti preferiti, anche qualche piatto che amano cucinare e non solo mangiare, così da alternarsi nella preparazione.

 

2 – Manca qualcosa?

Nella famosa piramide alimentare vengono riportati sette gruppi di alimenti che, in misura diversa, devono essere presenti sulle nostre tavole ogni giorno. Frutta e verdura più volte al giorno; grano, cereali, legumi e patate ad ogni pasto; latticini, carne, pesce e uova alternati durante la settimana (con preferenza a carni bianche e pesci magri); oli e grassi da condimento con moderazione.

Per essere certa che tra i piatti scelti ci fosse un po’ di tutto ho preso dei fogli A4, uno per ciascun gruppo alimentare, e vi ho ricopiato i cibi elencati da mia figlia e dal mio compagno. Riportando, eventualmente, lo stesso nome su più colonne (esempio la pasta al ragù compariva sia nel gruppo grano e cereali che in quello carne-pesce-uova-latticini).

A questo punto ho integrato le colonne più vuote con i piatti scelti da me, e per farlo mi sono affidata agli alimenti di stagione che garantiscono in un colpo solo risparmio e qualità.

Il mio modo di agire: Io mi considero una persona fortunata perché a casa mia mangiamo di tutto, e non abbiamo problemi di allergie o intolleranze alimentari. Per me, tuttavia, verdura-frutta-fibre rappresentano un trittico letale a cui devo stare molto attenta, quindi cerco di dosare quantità diverse quando preparo piatti che le contengono, oppure compenso con i pranzi.

Varianti: Nel caso ci siano intolleranze o allergie, invece, è opportuno considerare l’inserimento nella propria dieta di tutte le sostanze nutritive apportando modifiche o varianti (ad esempio sostituire la carne con i legumi in caso di dieta vegetariana). Oppure cercando ricette adatte a inserire nella dieta gli alimenti che non piacciono ma che sono comunque necessari (ed esempio ricette senza glutine per chi soffre di celiachia).

 

3. Quanto tempo mi occorre?

Arrivata a  questo punto avevo davanti a me un elenco di piatti sicuramente graditi dalla mia famiglia, e corretti da me per garantire un corretto apporto nutritivo. Ma mancava un pezzo fondamentale: capire quanto tempo mi sarebbe servito a prepararli. Perché una carbonara la potevo preparare al momento, ma il risotto con l’ossobuco non era immaginabile alla fine di una giornata piena di impegni. E così ho posizionato accanto a ciascun piatto un’indicazione dei tempi creando tre gruppi: preparazione in un’ora al massimo – da una a tre ore – sopra le tre ore.

Il mio modo di agire: Il punto da cui ero partita per affrontare questo lavoro era stato “organizzare la spesa e i menù settimanali tenendo conto degli impegni quotidiani”, quindi non avrebbe avuto senso non considerare il tempo di preparazione. E visto che, come premesso all’inizio, amo cucinare, i piatti con una lunga cottura compaiono spesso sulla mia tavola.

Varianti: Se nel tuo caso stare ai fornelli è una tortura non ha senso pensare a piatti che necessitano una lunga preparazione, ma non per questo si deve rinunciare a gusto e apporto nutritivo. In ogni caso pianificare i pasti e la spesa aiuta a non cadere nella trappola del pasto arrangiato o dell’ordinazione a domicilio.

 

Da qui è iniziato il mio percorso alla ricerca del metodo ideale per organizzare spesa, menù e dispensa.

Nel prossimo post ti racconterò le fasi successive: come adattare cibi e agenda, che peso dare ai pranzi (che siano la mensa scolastica o le schiscette lavorative), come gestire cene con amici, cene fuori e varie ed eventuali e la lista della spesa.

 

 

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