Confusa e felice

Confusa e felice

Premessa numero uno: non guardo Sanremo.

E non per una questione di “giudizio”, ma per una questione di sonno…non potrei mai resistere sveglia tra pubblicità, orario e parti che non mi interessano.

Premessa numero due: solitamente non parlo, qui, di cose così intime.

Ma oggi le due cose si sono incrociate…

Stamattina mi sono vegliata e, come faccio sempre, ho fatto colazione da sola in cucina bevendo il caffè e leggendo le notizie.

Così mi sono imbattuta nella lettera che Chiara Ferragni ha letto ieri sera sul palco dell’Ariston.

Senza nemmeno accorgermene mi sono trovata in lacrime.

Non ne ho capito subito la ragione…

Poi, col passare delle ore, mi sono accorta che oggi è mercoledì, e che mi era completamente sfuggito il post del blog.

Così ho guardato tra i contenuti passati qualcosa che fosse attuale per me oggi e mi sono imbattuta in un post, scritto nel lontanissimo gennaio del 2014, quando Le spezie gentili non esisteva nemmeno nei miei pensieri, dal titolo “Confusa e felice”

E ho capito la ragione della mia emozione.

Perché se tra me e lei c’è un universo, io quella sensazione nella pancia la conosco bene

E rileggendo quel vecchio post potrei scrivermi anche io: “Ti vorrei abbracciare piccola Valeria, per dirti che alla fine andrà tutto bene e che sì, sono fiera di te, anche se ti sentirai così ancora e ancora e ancora…”

Confusa e felice

Ho ripreso la vita quotidiana da due giorni, e mi sento già sopraffatta.

Suona la sveglia, e vorrei stare a letto ancora cinque minuti, ma poi so che se non mi alzo subito non riesco a prepararmi prima di svegliarla per portarla a scuola, quindi mi arrendo e mi alzo…caffè, pane tostato, marmellata, un’occhiata alle mail e la sveglio…e da lì, indicativamente per mezz’ora non faccio che ripetere “forza, veloce, arriviamo tardi…”, sarà una donna isterica per forza!!

Comunque, la lascio a scuola, e se mi va male trovo pure le maestre che mi rimproverano l’ultima dimenticanza con lo sguardo che significa “ah brava madre che si è dimenticata … (a scelta le conchiglie, le foglie, l’agenda, il libro, il cambio…)”, esco e via di corsa in ufficio per non arrivare tardi, autobus, metro, rigorosamente in ritardo entrambi, e passo la mia mezz’ora schiacciata tra gente che legge, scrive, telefona, si arrabbia…

Arrivo al lavoro e la giornata vola tra telefonate, email, sms, wattsapp, e da qualche tempo anche la chat on line…come se moltiplicando gli strumenti di comunicazione si aumentasse la possibilità di ricevere risposte intelligenti…

Poi corro di nuovo a casa, (che tanto, nonostante le corse sui tacchi che Dio solo sa come faccio ad arrivare viva ogni sera, si arriva tardi in ufficio e tardi a casa, comunque), apro la porta, abbraccio la mia piccola, mi volto e… non mi capacito di come la casa abbia potuto ridursi così in 24 ore!!! Ma non ci penso, non ne ho il tempo, la polpetta mi guarda affamata, mi chiede un panino col formaggio o col prosciutto mentre preparo, ma nel frigorifero regna il deserto totale! Comunque…

Preparo la cena, la metto a letto e stendo il bucato, attacco la lavastoviglie, sistemo i conti, riordino un pò…e poi…forse il peggio arriva qui…tutto si placa, come per miracolo, in casa regna il silenzio, il telefono tace, le mail le ignoro…ma la testa…come si fa a ignorare la testa??

Sarò in grado di offrirle una vita serena? Potrò darle le cose che mi chiederà e che i suoi amici avranno? Cosa imparerà da me? Ma soprattutto, cosa voglio insegnarle io?

Voglio insegnarle che non ci si deve arrendere mai, anche quando tutto sembra difficile, complicato, a volte impossibile. Bisogna fare un respiro, togliere tutti i pensieri, guardarsi dentro e cercare quell’unica cosa in grado di dare serenità e felicità…pensare che se mi sento così piccola difronte a tante cose che vedo fare agli altri, mi devo chiedere più spesso gli altri cosa farebbero nella mia situazione…e da quel piccolo pensiero recuperare le energie e ripartire…forse in tutti i sensi, quindi adesso apro la mia Lonely Planet e riparto un pò.

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