20 Feb Imparare a leggere per poter scegliere
Abbiamo visto che pianificare la spesa può essere funzionale per risparmiare costi e tempo e per evitare, o quanto meno limitare, gli sprechi alimentari.
Una volta deciso cosa è importante, però, capire quale prodotto acquistare: un consumatore consapevole ed informato è in grado di scegliere senza farsi guidare dalla marca o dalla pubblicità e, quindi, di effettuare una spesa più adatta alle proprie esigenze.
Non entro nel merito del luogo di acquisto: spesa online, supermercato, piccola bottega locale, mercati di quartiere o altro, magari ne parleremo in un’altra occasione; oggi però iniziamo a vedere quella che potremmo definire la “carta di identità” del prodotto, ovvero l’etichetta dei prodotti preconfezionati.
Quali informazioni ci sono?
Cosa significano alcune voci?
Cosa non deve mancare?
1. La denominazione di vendita.
E’ la prima voce importante di un’etichetta. Non è il marchio commerciale, né la marca, ma l’indicazione del prodotto. Ad esempio “Marca XXX” – “Spaghetti” – “Pasta di semola di grano duro”, ecco quest’ultima frase è la denominazione di vendita. Altri esempi sono “pan di spagna con con farcitura al latte” oppure “pomodori pelati” o ancora “olio extravergine di oliva”. Deve essere chiara e comprensibile.
2. L’elenco degli ingredienti in ordine decrescente.
Questo aspetto è fondamentale: non basta leggere gli ingredienti, ma si deve prestare attenzione anche all’ordine in cui compaiono. Il primo è quello più presente, e via via tutti gli altri. Quando si acquista un succo di frutta, per esempio, è importante che la frutta sia al primo posto, stesso discorso per le marmellate.
Quando si legge “in proporzione variabile” significa che non esiste un componente prevalente rispetto agli altri, e quando esiste un unico componente, questo non va specificato. Un altro aspetto di cui tenere conto sono i nomi scritti in grassetto o in colore diverso perché indicano gli allergeni, e quindi sono messi in risalto perché, potenzialmente, nocivi per alcuni. E per finire le sigle indicate con la lettera E seguita da un numero a 3 cifre stanno ad indicare gli additivi autorizzati dall’Unione Europea. Non è detto che un additivo sia, per forza, qualcosa di negativo, alcuni sono utilizzati per la conservazione dei cibi, ma anche qui è importante conoscerli per poter scegliere. A questo link trovate un’utile tabella riassuntiva.
3. La quantità.
L’indicazione della quantità di prodotto va considerata quando si vuole comparare il prezzo di due prodotti, per esempio. In etichetta può comparire il peso netto (escluso di imballo o tara), il peso sgocciolato (nel caso di alimenti conservati in liquidi di governo) o il penso nominale (nel caso di prodotti confezionati il cui peso può variare leggermente da uno all’altro). Diciture quali “circa”-“peso all’origine” o altri termini che possono essere equivocati, sono vietati per legge.
4. Indicazioni sulla deperibilità di prodotto.
Possono essere la data di scadenza (da consumarsi entro il) o il termine minimo di conservazione (da consumarsi preferibilmente entro il). Spesso è la voce più difficile da identificare perché indicata in posti di difficile lettura, ma è una delle voci fondamentali da controllare prima di procedere all’acquisto.
5. Indicazioni di rintracciabilità.
In etichetta vanno riportati, sempre, i dettagli di rintracciabilità, quindi nome del produttore, la sua sede, il luogo di confezionamento e il numero di lotto.
Queste indicazioni sono particolarmente importanti per alcuni alimenti quali:
– carni: qui vanno specificati il paese di nascita, quello di allevamento, quello di macellazione e quello di sezionamento perché possono anche essere tutti diversi, se si legge “origine” e un unico paese significa che non ci sono stati spostamenti.
– pesci: in questo caso deve comparire l’indicazione se allevato o pescato e, in questo secondo caso, con quale strumento; e la zona di cattura secondo le indicazioni Fao https://www.focus.it/site_stored/imgs/0003/028/_fao_world_2003.jpg e l’eventuale indicazione di prodotto scongelato.
– uova: su ogni uovo c’è un codice che rappresenta l’etichetta del prodotto. In questo codice compare un numero iniziale indicante l’allevamento (0 biologico, 1 all’aperto, 2 a terra e 3 in gabbia), la sigla del paese di produzione, il codice del comune, della provincia, e dell’allevamento di deposizione. Oltre a questo compare una lettera che indica la qualità (da A a C in ordine decrescente) e il peso.
6. Modalità di conservazione e consumo.
Sulla corretta conservazione aprirò un capitolo a parte, ma in fase di acquisto bisogna fare attenzione sia al luogo in cui riporre l’alimento (luogo asciutto, lontano da fonti di calore, al riparo dalla luca, in frigorifero tra +0° e +4° etc) sia a come consumarlo e conservarlo dopo l’apertura (es. “una volta aperta la confezione consumare entro 2/3 giorni” – “da consumare previa cottura”)
Queste sono le indicazioni di base che devono, per legge, comparire su ogni prodotto preconfezionato, nel caso di prodotti preincartati (ovvero quelli preparati nei punti vendita al momento come ad esempio le vaschette di prosciutto) o di prodotti freschi sfusi, le indicazioni saranno riportate in un unico cartello apposto ben in vista o, nel caso di prodotti semilavorati nel libro degli ingredienti consultabile al bancone.
Discorso a parte meritano le etichette nutrizionali di cui parleremo in un’altra occasione, e lo faremo con l’aiuto di un’ospite speciale.
Siete pronte ad affrontare in modo differente la prossima spesa?
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