Brava

Brava!

Oggi è stata una giornata strana, una di quelle in cui ti alzi con un pensiero in testa e poi succedono talmente tante cose, una incastrata all’altra, che sembra che tutto il mondo ti stia mandando un messaggio.

Mi alzo, ripenso al post di Le Petit Rabbit sull’amore per il suo lavoro e su come è nato e cresciuto.

Penso che è il primo febbraio, l’inizio di un nuovo mese, un mese con la “r”, e io ho una passione primordiale per i mesi con la “r”.

E prendo il mio planning…le mie agende…i miei quaderni su cui ho scritto con cura e dedizione come voglio muovermi per raggiungere il mio obiettivo.

Mando un messaggio “Questo mese devo fare il primo prelievo dai risparmi…devo vincere il senso di sconfitta che mi sta assalendo e puntare dritta all’obiettivo…giusto??”

E arriva una telefonata, la voce che sento è familiare e protettiva, vengo subito portata al punto “Se guardi me pensi sia una sconfitta? Devi essere più clemente con te stessa”

Torno al computer e, come per magia, arriva una mail, una di quelle che fanno entrare un raggio di sole, la mail inizia con una proposta per un nuovo progetto, e finisce con un “brava!”

Apro Facebook e leggo della “sindrome dell’impostore”, termine coniato nel 1978 da due psicologhe donne per descrivere la condizione secondo cui alcune persone sono incapaci di interiorizzare i propri successi per il terrore persistente di essere etichettati come “impostori”. Chi colpisce? Le persone che sono molto critiche nei propri confronti, chi ha uno spiccato senso del dovere, spesso hanno paura di non essere all’altezza e ciò che temono di più è il: Giudizio.

Quante volte mi sono detta “Brava” nella mia vita? Poche, molto poche.

Ma se mi guardo indietro di cose ne ho fatte, spesso mi sono rimboccata le maniche e ho ricominciato da capo, altrettanto spesso ho fatto da sola, allora perché?

Questo senso del “non essere mai abbastanza” è nocivo, un tarlo inutile che fa sprecare un sacco di tempo.

IO lo so qual’è il mio obiettivo, so anche che la strada non sarà semplice né facile, ma so anche che lo desidero tanto.

Ieri sera, a cena col mio compagno, mi sono sentita da fuori dire “ho una sola vita, non posso nemmeno immaginare di non provarci, perché se non ci provo ora non lo potrò fare mai più, e allora che senso ha essere qui?”

Quindi ho deciso di scrivere le cose per cui sono brava, quando me lo dicono, quando apprezzano quello che faccio, quando mi guardo allo specchio e sono soddisfatta della strada percorsa e curiosa di quanto deve ancora arrivare.

Avanti tutta!

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