13 Apr Il lusso della gentilezza
Oggi proseguo il racconto del mio Albero della Gratitudine, raccontandoti il nesso che c’è, nella mia vita, tra viaggi e gentilezza.
Secondo i miei programmi, in questi giorni dovevo essere di ritorno da una settimana in Giappone.
Ma si sa: “Gli uomini fanno progetti e gli dei sorridono“.
E così, causa lockdown, sono rimasta a casa.
I viaggi hanno sempre rappresentato una parte fondamentale nella mia vita.
Per me esiste una sola valuta monetaria: i viaggi che potrei fare con una somma di denaro!
Crescendo (leggi anche invecchiando), ho sempre organizzato i miei viaggi come una coccola per il corpo, l’anima e lo spirito.
Cerco a lungo locande dove dormire, ristoranti in cui mangiare, angoli nascosti da visitare.
Tutti accomunati da un tratto: la gentilezza.
La gentilezza, per me, è un valore fondamentale nella vita.
Lo è talmente tanto che non ho esitato a mettere la parola “gentili” accanto a “spezie” nel nome del mio progetto.
Sono tante le persone, i gesti e i dettagli che mi hanno trasmesso gentilezza durante i miei viaggi. ed è grazie a loro che io continuo a ricercarla appena mi sposto.
Sono stati ispirazione profonda per tutto quello che faccio, ed è grazie a loro, e ai loro insegnamenti, se Le spezie gentili è quello che è, se io sono quella che sono.
Dalle padrone di casa marocchine ho imparato l’arte di accogliere l’ospite facendolo sentire speciale.
Mai come nei riad, ho capito l’importanza di avere un rifugio dal caos esterno.
In Marocco si passa dalle strade strette e tortuose, brulicanti di persone, odori e rumori, alla calma di un cortile che profuma di arancia e quiete.
Basta una porta aperta su un sorriso che si chiude tutto alle spalle.
Dalla signora Emanuela ho appreso l’arte potente della calma.
Solo a lei ho visto gestire un simile afflusso di persone stanche e affamate, con la grazia decisa che la caratterizza.
Capace di ricordare nomi e peculiarità di chiunque, sempre disponibile a trovare la soluzione perfetta per renderti felice, senza mai perdere la pazienza o farsi prendere dalla stanchezza.
Dalle taverne e dai villaggi greci ho ereditato l’arte della bellezza semplice e nascosta.
Mai come in Grecia sono rimasta inebriata dalle piazzette che sembrano dipinte per quanto sono perfette.
Semplici, eppure così incantevoli.
Niente arredi, se non qualche tavolino senza tovaglia con due bicchieri pieni di Raki e un piattino con qualche oliva.
Niente decori se non cascare di fiori che nascono spontanei e incorniciano gli angoli delle case.
Niente distrazioni, salvo lo sferzare del vento.
Potrei continuare così ricordando ogni singolo viaggio.
Ogni sguardo incrociato, ogni sorriso strappato, ogni piccolo gesto donato.
Ed è per tutto questo che cerco di portare la gentilezza nel mio lavoro e nella mia vita.
Non solo verso gli altri, ma soprattutto verso me stessa.
Perché spesso si pensa a cosa fare di gentile nei confronti degli altri, ma raramente ci si chiede cosa si può fare di gentile verso se stessi.
In questo periodo, personalmente, ne sento ancor di più il bisogno.
In queste giornate stanche, lente e convulse allo stesso tempo.
In questi momenti di fatica, reazione e smarrimento.
Oggi è ancor più importante donarsi dei piccoli gesti gentili.
Nel delizioso libro di Elda Lanza “Il tovagliolo va a sinistra”, c’è una bellissima frase:
“Il lusso non costa niente. Se ha un prezzo, è un’altra cosa.”
Così, oggi, voglio invitarti a concederti qualche gesto gentile.
Un piccolo lusso dedicato a te, e a te soltanto.
Lo so, può sembrare difficile, ma come in tutte le cose basta un po’ di esercizio.
Per questo ho creato la guida “Il lusso della gentilezza“, che contiene sette semplici suggerimenti da mettere in pratica fin da subito e ti invita a crearne altri sette tutti tuoi.
In questa guida, infatti, troverai accanto ad un suggerimento anche una pagina vuota da riempire con quello che ti viene in mente per prenderti cura di te.
A tuo modo, seguendo quello che ami fare.
Ti va di provarci?
Poi raccontami com’è stato prendersi cura di sé!