Mal di Marocco

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Lo scorso anno mi sono innamorata della parte del Marocco che da Marrakesh conduce al deserto, e così, appena trovati due giorni liberi vicini al fine settimana, decido di provare una tratta ancora poco turistica di questo affascinante paese: la costa Atlantica che porta da Casablanca ad Essaouira.

Uscita dall’aeroporto Mohammed V di Casablanca vengo subito coccolata dal tiepido sole mattutino di fine marzo, e dopo un lunghissimo mese piovoso a Milano, già mi sento rinascere! In un attimo passo dal traffico delirante della tangenziale di Casablanca in piena ora di punta di un venerdì di lavoro alla pace e la quiete che si respira nel piazzale dove sorge questo immenso capolavoro architettonico: La moschea Hassan II.

80.000 persone potrebbero trovare posto in questo cortile, dove invece mi trovo sola con altre 4,5 persone e quindi mi godo in pieno lo spettacolo e il silenzio, sopraffatta dal soffio del vento che arriva dal mare e che ti fa capire che la natura in questo paese ha il comando sul resto. Le tonalità di azzurro delle decorazioni zellij si fondono con l’azzurro del cielo e dell’oceano e regalano davvero uno spettacolo unico al mondo.

Dopo essermi goduta la visuale da tutti i lati accessibili riparto in direzione El Jadida, l’antica Mazagan sulla strada che costeggia l’oceano, per godermi lo spettacolo, e si rivela la scelta giusta.

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Dopo 3 ore di guida arrivo in questa cittadina e, prima di addentrarmi nella parte portoghese del suo interno, mi concedo un pranzo vista mare con pesce locale. La struttura in cui dormirò è deliziosa, Riad Soleil D’Orient, appena fuori dalle mura, che offre una pace e una cortesia che aprono i cuori. Olivier mi offre subito un corroborante thè alla menta servito con un goloso dolce al cocco. Giusto un po’ di relax e poi vado alla scoperta della città portoghese, dichiarata dall’UNESCO nel 2004 patrimonio dell’Umanità, la cisterna portoghese ahimè è chiusa, ma la passeggiata nelle stradine strette e tortuose riescono a rendere l’unicità di questo posto. E vista la storia di questa città, come non cenare da La Portugaise? Fantastica tajine di pollo e frutta secca e strepitosi dolcetti tipici col thè.

La mattina mi aspetta una colazione che incanta occhi e palato. Tutto rigorosamente “fatto in casa” come Olivier specifica, giustamente orgoglioso. E’ proprio il modo giusto per iniziare bene la giornata e avere tutte le energie per proseguire il viaggio che mi porta a Essaouira: la ventosa città gioia dei surfisti che si affaccia sull’Oceano Atlantico.

La Kasba è un intreccio di vicoli stretti su cui si affacciano case, negozi e ristorantini; il rumore delle onde e il verso dei gabbiani fanno capire ad ogni incrocio che il mare è lì, dietro l’angolo, ma non si riesce a raggiungere e per vederlo occorre salire in cima alle mura e ammirare questo spettacolo di forza ed energia.

La città è bellissima, piena di vita, suoni, colori, profumi, turisti, sportivi, persone di tutte le nazionalità, e di tutte le età di raccolgono nelle strade per ammirare questo incrocio di terra e mare.

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Dopo una cena in un localino stretto, comodamente sistemata su panche di legno impreziosite da cuscini e tappeti, rientro nel Riad Casa Lilia, per un sonno meritatissimo.

La mattina dopo torno verso Casablanca, passando dall’interno stavolta, per accorciare le distanze e per permettermi di visitare con la luce e con un po’ di calma il centro di questa città a metà tra Africa e Europa. La medina vecchia si incrocia con la parte nuova e trascurata della città, le botteghe dei souk si mescolano a negozi di souvenir con la musica assordante, ma appena si trova la strada giusta in cui passeggiare ecco che anche Casablanca regala scorci indimenticabili di autenticità. A cena decido di provare il porto col suo pesce fresco e la sua caoticità.

La mattina ho il volo presto, quindi niente baldoria nei locali alla moda, ma ancora una volta penso che questo paese regali immagini, suoni e profumi indimenticabili.

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