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Community e valori compagni di viaggio

Community e valori compagni di viaggio

“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, recita un noto proverbio africano.

Quello che mi colpisce da sempre, in questa frase, è come emerge la forza della comunità, una comunità vera fatta di idee, di incontri, di scambi, di contenuti, di supporto.

Trovo che la condivisione, quella concreta, reale, non di facciata, sia uno strumento fondamentale per la crescita.

Nel testo “La società delle performance” si utilizza l’esempio dell’Arca in cui portare tutto ciò che può servire a se stessi e agli altri naviganti, la community per l’appunto.

E il bagaglio da portare sull’arca è quello della nostra storia.

Esperienze vissute, libri studiati, consapevolezze apprese, decidiamo di salvarle per condividerle, per metterle sul tavolo creando un banchetto da cui tutti possano nutrirsi.

Se consideriamo la comunità nel nostro lavoro quotidiano vediamo che è un piccolo universo che nasce da quello che noi proponiamo e che cresce grazie a quello che lo lasciamo diventare.

Quello che unisce il gruppo è il valore condiviso che c’è alla base, senza il quale non si può parlare di comunità, non si può progettare un percorso.

Quel valore lo decidiamo noi, guardando con coraggio e onestà dentro noi stesse.

Un anno fa avevo chiesto a Ilaria Ruggeri di aiutare me e le ragazze dell’Ufficio Condiviso con una delle sue carte Anima Libera.

Di ispirarci vista la difficoltà del momento che stavamo vivendo.

Dal suo mazzo di carte Ilaria ha estratto per noi “Lealtà” che recita: “Mantenere le promesse. Restare fedeli a se stessi.

Oggi mi (e vi) rinnovo lo stesso invito, di cercare di guardarci dentro per ritornare alla nostra identità, ai nostri valori più veri, alla promessa che ci siamo fatte.

Senza snaturarci o inseguire una strada che non è la nostra.

Prima dicevamo che la comunità cresce se la lasciamo libera di generare cose nuove, in fondo il bello del gruppo è proprio lo scambio, l’arricchimento, le relazioni che possono nascere.

Immagino la mia community come un sistema aperto, in fondo anche nella mia esperienza lavorativa le crescite più significative le ho avute quando ho collaborato con uffici diversi dal mio o quando ho potuto vivere realtà esterne.

Questo non significa che abbandono le mie persone, anzi.

Ma cerco di comportarmi come una brava padrona di casa che le accoglie nel suo nido caldo e rassicurante, ma che non ingombra la conversazione con momenti autoreferenziali imbarazzanti e poco proficui.

Mi impegno per cercare contenuti di valore, professionisti da cui farsi ispirare, novità al passo coi tempi, perché credo fortemente che il mio compito sia quello di nutrire il contesto.

Allo stesso tempo adoro vedere cosa ne nasce.

Per questo oggi ho ripreso l’esercizio dell’albero della gratitudine, nato esattamente un anno fa, e vorrei riproporlo in ottica di comunità.

Provate a pensare a chi vi segue sui canali di comunicazione, a chi acquista i vostri prodotti o servizi, a chi legge le vostre newsletter, e pensate a quali spunti vorreste donare loro nei prossimi mesi.

In ottica generativa, per diffondere ciò in cui credete e per farlo diventare grande.

 

Se volete potete scaricare qui il template per provare a fare questo esercizio con me.