11 Gen Consapevolezza e pianificazione sostenibile
Ne Il prigioniero di Azkaban c’è un momento in cui Hermione Granger, che di solito ha le idee chiarissime, davanti a una decisione delicata vive un momento di forte incertezza. Così si rivolge a Silente, che le dà un consiglio prezioso:
“Quando si è in dubbio, trovo che tornare sui propri passi sia un modo saggio di cominciare!”
Ho sempre trovato confortante questa frase.
E credo che il metodo consigliato da Silente sia davvero efficace in molte occasioni: quando ci sentiamo sopraffatte dalle circostanze, ad esempio, ma anche quando ci dedichiamo alla pianificazione del lavoro, della formazione o di altre attività personali.
A volte capita infatti di lasciarsi travolgere da ciò che ci accade intorno.
Di accettare proposte di lavoro sull’onda di emozioni limitanti anziché fermarci a capire se rispecchiano davvero i nostri desideri.
Di dire troppi sì perché dire no ci sembra brutto.
Così ci ritroviamo impantanate in ciò che non vogliamo e tutto sembra troppo confuso per ritrovare il senso di direzione necessario a sviluppare una pianificazione sostenibile.
Ovvero: un piano d’azione che vogliamo e siamo in grado di rispettare perché è allineato a quelle che siamo e ciò che desideriamo nel presente.
All’entrata del laboratorio di Stanford, dove Bill Burnett e Dave Evans hanno ideato il life design, c’è un cartello con scritto “Tu sei qui”.
Proprio a sottolineare che non importa da dove arrivi e dove vuoi arrivare se non prendi consapevolezza di dove sei.
Io, per non dimenticare questo concetto, ho comprato uno zerbino di casa che cita esattamente la stessa frase.
E per non lasciare che sia soltanto una bella frase, ho istituito un appuntamento con me stessa.
Ogni volta che decido di lavorare alla mia visione futura e alla pianificazione, mi prendo un po’ di tempo da dedicare solo a me e al mio lavoro.
Prima di riempire l’agenda di idee e scadenze, faccio un passo indietro: osservo e analizzo la strada che ho percorso, cerco di capire quali esperienze e insegnamenti voglio portare con me, mi ascolto.
E poi guardo avanti.
Questo metodo per me è una bussola insostituibile, così come lo è diventato per tante persone che partecipano alla mia Bottega dei saperi, in cui ogni mese ci dedichiamo a un’autoanalisi preziosa che comprende quattro aree: attività, risorse, benessere e relazioni.
Credo infatti che ogni imprenditrice, per stare autenticamente bene con sé stessa e crescere come persona, debba sentirsi “piena” e soddisfatta in tutti gli ambiti della vita – non solo nel lavoro.
Inoltre, solo considerando il nostro presente nel complesso possiamo stilare un piano d’azione realistico ed efficace per il futuro.
Maturare questa consapevolezza richiede tempo, silenzio e spazio interiore.
E all’inizio non è semplice ma le scoperte che si fanno guardandosi dentro meritano l’impegno.
Se volete pianificare il vostro domani con una prospettiva diversa, qui sotto trovate un workbook che può aiutarvi a fare chiarezza.
Contiene uno schema e domande-guida per capire dove siete oggi, in modo gentile ma profondo.