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Un metodo in tre passi per sbloccarsi

Un metodo in 3 passi per sbloccarsi

“I nostri problemi diventano la nostra storia, e ognuno di noi può restare bloccato nella propria storia.

Scegliere su quale problema lavorare può essere la decisione più importante che prendi, perché le persone possono perdere anni (o una vita intera) a lavorare sul problema sbagliato.”

– Bill Burnett, Dave Evans

Qualche settimana fa vi ho parlato del reframing, e di come può essere utile per sbloccarsi quando ci si sente sopraffatte dalle situazioni oppure in un vicolo cieco. Oggi invece voglio parlarvi di un’altra strategia molto utile per uscire dalle situazioni di stallo: un metodo di analisi in tre passi che permette di fare chiarezza e trovare soluzioni lavorando con ciò che abbiamo davvero a disposizione.

 

Ritorna spesso sul tema dello sbloccarsi, anche nei miei percorsi, perché credo sia una delle chiavi che ci permettono di crescere e trovare la nostra realizzazione. E perché ciò che dice la citazione sopra è verissimo: spesso, infatti, perdiamo tempo ed energie preziosi lavorando sui problemi sbagliati, mettendoci i bastoni fra le ruote da sole.

 

Dal mio punto di vista, quando ci sentiamo bloccate o percepiamo che qualcosa non funziona, l’unica cosa sensata da fare è fermarsi e fare un passo indietro. Uscire dal vortice dei pensieri per mettere ordine e poter agire in modo più consapevole.

Il mio metodo di analisi dei blocchi si compone di tre fasi.

1) Circoscrivere il problema

Può sembrare banale ma non lo è affatto, perché nelle situazioni di blocco decisionale o emotivo spesso siamo vittima di un effetto valanga: quando si accende la miccia del malessere, brucia in un istante e di colpo ci sembra che tutto vada per il verso sbagliato.

Questo ci fa sentire sopraffatte e rende quasi impossibile agire, perché non si sa più da che parte cominciare. Ecco allora che diventa importante fermarsi e analizzare la situazione per capire quale è il vero nodo da sciogliere.

Non sono soddisfatta del mio lavoro? Non guadagno abbastanza? Non mi sento valorizzata come persona o professionista? Non mi piace il posto in cui vivo e desidero cambiare?

Circoscrivere il problema e il primo passo per sbloccarsi, perché ci permette di concentrare le energie sul trovare le soluzioni di cui abbiamo davvero bisogno.

2) Focalizzare la situazione che genera il malessere.

Questo secondo livello di analisi è prezioso per diversi motivi. Innanzitutto, ci aiuta a confermare che il problema è davvero quello che abbiamo identificato nel primo passaggio. Inoltre, ci permette di scongiurare il rischio di generalizzare troppo e perdere di vista il vero nucleo della questione.

Magari ho capito che sono insoddisfatta del mio lavoro… ma di quale aspetto, esattamente? Non mi piacciono le mansioni che svolgo? Non mi piace l’ambiente, non ho affinità con i colleghi?

Solo comprendendo il dettaglio si può creare davvero un piano di azione efficace. E magari scoprire che per stare bene non è necessario un cambiamento radicale, e che si può iniziare a sbloccare la situazione con piccoli passi.

3) Valutare il range di azione.

L’ultimo passo dell’analisi dei blocchi è quello che ci permette di uscire dall’immobilità. Si tratta infatti di capire quale è il proprio raggio di azione rispetto alle circostanze in cui ci troviamo – e in base a questo, di definire le prossime mosse.

Torniamo all’esempio di prima. Nel primo livello di analisi, ho realizzato che non sono soddisfatta del mio lavoro. Nel secondo, ho capito che il nucleo della questione è che non mi piacciono le mansioni che svolgo. Nel terzo, prendo atto di non avere attualmente le competenze necessarie per fare ciò che davvero vorrei fare. Quindi, la prima mossa sarà andare a colmare le lacune.

Nel corso degli anni, ho applicato questo metodo di analisi a tante situazioni personali e professionali. In ogni occasione si è rivelato uno strumento prezioso, che mi ha permesso di uscire da situazioni di stallo e stilare piani di azione efficaci per trasformare la mia vita.

 

Ad esempio, da un paio di anni ho realizzato di non voler più vivere in città. Ho compreso che la vita in un appartamento cittadino mi sta stretta, e che questo talvolta mi rende difficile lavorare con la giusta serenità e persino godere realmente del mio tempo libero.

Analizzando la questione in profondità, ho capito di essere in una fase della vita in cui le mie priorità sono cambiate: i servizi offerti dalla città non sono più fondamentali per me; poter lavorare e vivere a contatto con la natura ora lo è.

Allo stesso tempo, c’erano due situazioni contingenti che mi impedivano di trasformare il mio desiderio di lasciare la città in realtà. La prima era che svolgevo la maggior parte del mio lavoro in presenza. La seconda era legata a mia figlia, che va ancora a scuola.

 

Così ho creato un piano di azione in due fasi.

Il primo passo è stato iniziare a spostare alcune delle mie attività on-line. Questo tra l’altro mi ha fatto scoprire la bellezza di poter raggiungere e sostenere donne che vivono anche lontani da me – e questo mi ha dato ancora più energia e motivazione per proseguire.

Il secondo passo è stato accettare che, finché mia figlia va a scuola, non posso spostarmi definitivamente dalla città. Ma anche realizzare che, quando lei è con suo padre, io posso lavorare da luoghi diversi da Milano. Da lì ho iniziato a programmare una settimana al mese in cui spostarmi in montagna, in campagna, al lago o al mare – e lì lavorare e vivere come più desidero.

Con queste due azioni sono riuscita a sbloccare la situazione che causava il mio malessere. Ora vivo serena, perché anche se la mia casa principale rimane quella in città, so che sto gettando le basi per la vita che desidero, nel mio luogo dei sogni.

Senza quei primi tre passi, la storia sarebbe diversa.

 

Molte delle donne che scelgono di lavorare con me si trovano in una fase della vita in cui desiderano cambiare, ma spesso si sentono limitate da situazioni o contingenze. Le stesse situazioni e contingenze che, se analizzate in profondità, ci rivelano opportunità che non avevamo visto prima.

 

Se vi sentite bloccate nella vita o nel lavoro, provate il metodo dei 3 passi scaricando il modello che ho creato per voi.

E poi, se vi va, raccontatemi qui sotto quale sarà il vostro primo passo verso una nuova realtà.